Il Presidente della Camera: «Chi è nato o arriva qui da piccolo deve essere italiano. Dalla nostra storia di emigranti il dovere di superare i pregiudizi».
Roma, 3 Diciembre 2012 – «In tanti tifano per l’Italia, onorano la nostra bandiera anche se non e’ della terra dei loro padri.
Per questo mi auguro che la prossima legislatura colmi la lacuna della legge sulla cittadinanza, consentendo così a chi nasce in Italia» da genitori immigrati «o arriva nel nostro Paese da piccolo, di diventare cittadino italiano. Ce lo chiedono i bambini. Moltissimi sono convinti di esserlo, e dire loro «tu non sei italiano» e’ un’odiosa forma di discriminazione da superare nel più breve tempo possibile».
Lo ha detto oggi il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo alla cerimonia organizzata a Montecitorio in occasione del 65mo anniversario dalla fondazione dell’Associazione nazionale famiglie degli emigrati (Anfe).
Fini ha ricordato l’emigrazione italiana, raccomandando, anche alla luce della nostra storia ”di guardare agli immigrati con occhi scevri da ogni pregiudizio, di qualunque tipo». Se questo «albergasse nei nostri cuori, mortificheremmo la storia dei nostri connazionali, vittime anch’essi di barriere» che seppero tuttavia «superare».
La prova e’ nel fatto «che in ogni parte del mondo ci sono discendenti di italiani che hanno saputo affermarsi ai livelli piu’ alti. Pensiamo ad esempio all’ex Sindaco di New York Rudy Giuliani, all’ex Presidente della Camera Nancy Pelosi. Sono certo che cio’ avverra’ anche in Italia tra 20-50 anni. E non bisogna averne timore» perché, ha concluso il Presidente della Camera, si tratta «di un arricchimento della società».