«È un’esigenza di tutto il Paese, al di là dell’appartenenza politica. Dopo aver esaminato le varie proposte è arrivato il momento della sintesi».
Roma – 16 dicembre 2013 – Da un lato il neosegretario del Partito Democratico Matteo Renzi che inserisce una riforma della cittadinanza tra gli obiettivi da raggiungere in questa legislatura. Dall’altro Angelino Alfano, ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra, che dice che sullo ius soli «si può lavorare», purchè lo si colleghi alla scuola.
La ministra dell’Integrazione Cècile Kyenge non può che essere felice di questa convergenza tra le anime della maggioranza. «Sono soddisfatta», ammette, e ribadisce che «il nostro impegno su questo punto va al fuori di quella che è un’appartenenza partitica o a un gruppo politico. Credo sia un’esigenza di tutto un Paese».
E che l’Italia abbia voglia e bisogno di una riforma della cittadinanza, sottolinea Kyenge, «ce lo dimostrano anche le statistiche. Oltre il 65% richiede questo cambiamento».»Sono molto contenta – aggiunge – che questo sia stato fatto da parte delle forze politiche che compongono appunto la maggioranza di questo governo».
«L’analisi delle diverse proposte di legge è stata già fatta – aggiunge la ministra – ora dovremmo passare a un’altra fase, quella di una sintesi,di una proposta di legge per una riforma sui diritti di cittadinanza. Ho registrato un passo avanti e penso che questo sia positivo da parte di tutti».
Zaia: «II problemi dell’Italia sono altri»
«Il Ministro Kyenge si compiace dell’interesse sulla sua assurda proposta di ius soli, dimenticando che ben altri sono i problemi di questa Italia e di questo nord in crisi e che l’Europa, ahimé per lei, viaggia in tutt’altra direzione» commenta Luca Zaia, governatore della Regione Veneto ed esponente della Lega Nord.
«Credo – aggiunge – che i problemi dei nostri 170 mila disoccupati, dei nostri sistemi industriali che agonizzano, delle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese o dei pensionati senza piu’ la rivalutazione, meritino ben piu’ attenzione di una follia che, in un paese con 8000 chilometri di coste, trasformerebbe il nostro Paese in un passaportificio.
«Lampedusa – conclude Zaia – non è il confine italiano, ma il confine dell’Europa.E lo ius soli del Ministro Kyenge lo demolirebbe. In Parlamento e nelle stanze dei Ministri comincino a occuparsi di cose più urgenti e più serie».