A Brescia il movimento di estrema destra organizza “passeggiate della sicurezza” contro «l’immigrazione incontrollata». Denunciati tre militanti, non sono autorizzati.
Brescia – 16 dicembre 2014- “Non possiamo più rimanere inerti. Non siamo disposti a cedere le nostre città al regno dell’immigrazione incontrollata e dell’insicurezza”. Così la sezione bresciana di Forza Nuova ha lanciato da un paio di settimane le sue “passeggiate della sicurezza”: ronde notturne per le strade della provincia. I militanti del movimento di estrema destra dicono di voler perlustrare “le vie cittadine più colpite” e sono armati solo di una pettorina fosforescente e di propaganda xenofoba.
Domenica notte, ad esempio, hanno perlustrato il quartiere Badia, nel capoluogo, “crocevia di spaccio e criminalità – scrive FN – causati dall’immigrazione incontrollata e dal lassismo delle istituzioni”. E nelle cassette delle lettere dei residenti hanno lasciato questo volantino: “È passata anche qui la sezione bresciana di Forza Nuova, sorvegliando le strade dai continui furti e crimini che aumentano sempre più col passare del tempo sul nostro territorio”.
A quanto pare, però, le passeggiate non continueranno a lungo. Tre militanti sono stati già denunciati e altri dovrebbero subire lo stesso trattamento. Nel mirino della Questura non sono finite le motivazioni delle ronde, ma il fatto che non siano autorizzate: il pacchetto sicurezza di Maroni obbliga infatti i volenterosi vigilantes a registrarsi in prefettura, cosa che i forza nuovisti non hanno fatto.
«Bene l’intervento immediato della questura. Mi auguro che l’inqualificabile iniziativa possa essere considerata già al tramonto» commenta Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro di Brescia. E aggiunge: «È preoccupante e sconcertante che a Brescia, dove già la Lega in questi anni si è cimentata in iniziative discriminatorie contro i cittadini stranieri, adesso ci siano squadre neofasciste che si ergono a paladini della legge, oltretutto in modo illecito, con il solo obiettivo di fomentare l’odio sociale».
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