“Sono una leva strategica per attrarre e trattenere talenti e innovazione e devono essere utilizzati come incentivo”. Ecco cosa prevede il Piano Italia approvato dal Consiglio dei Ministri.
Roma – 20 settembre 2013 – Attrarre investimenti e capitale umano dall’estero e favorire la competitività delle imprese italiane.
È questo l’obiettivo del Piano Italia approvato ieri dal consiglio dei ministri. Un dettagliato programma di piccoli e grandi riforme in diversi settori scritto dal governo ma aperto ai contributi di soggetti pubblici e privati. Questa consultazione dovrebbe durare tre settimane, per poi arrivare all’approvazione definitiva.
Tra le cinquanta misure indicate nel Piano, ce n’è anche una intitolata “I visti come strumento di attuazione” (qui sotto il testo integrale), che prevede una serie di interventi per favorire e semplificare l’arrivo in Italia a chi viene considerato una risorsa, come investitori, studenti o lavoratori qualificati.
Una mossa coerente anche con le indicazioni di Bruxelles. “La semplificazione dei visti è un elemento di vitale importanza che permetterà all’Ue di sfruttare al meglio il suo enorme potenziale” hanno sottolineato qualche giorno fa i commissari europei Antonio Tajani e Cecilia Malmström.
Per attuare il Piano Italia, in alcuni casi serviranno norme ad hoc, in altri bisognerà oliare la macchina già esistente. Ad ogni modo, nella tabella che lo accompagna, l’orizzonte temporale indicato dal governo per la realizzazione delle misure dei visti è a breve termine.
“Misura 44: I VISTI COME STRUMENTO DI ATTRAZIONE
Problema/opportunità: i visti sono una leva strategica per attrarre e trattenere talenti e innovazione e devono essere utilizzati come incentivo all’ingresso in particolare verso gli investitori, gli studenti, i ricercatori e, più in generale, i lavoratori altamente qualificati. Lo snellimento delle procedure di rilascio dei visti è prioritario, nel rispetto del Sistema Schengen, per rendere l’Italia un Paese che accoglie flussi di mobilità qualificata. Anche i visti turistici offrono un potenziale straordinario in termini di promozione e sviluppo di relazioni, con ampie ricadute economiche sui territori, potenziale che deve essere sviluppato attraverso un’offerta di servizi consolari adeguata a una domanda in forte aumento, anche in prospettiva EXPO 2015.
Soluzioni: fast-track per specifiche categorie
-Visto “start up” per chi sceglie di costituire una start-up innovativa in Italia e assicura un piano di impresa e una disponibilità minima di fondi da stabilirsi (venture capital, angel investors, fondi propri dell’investitore ecc); in questo caso il fast track si può realizzare anche attraverso la collaborazione con gli incubatori di impresa.
– Visto per chi effettua un investimento significativo in un business italiano che sostiene o accresce i livelli di impiego. Saranno definiti criteri di valutazione consistenti in una soglia minima di investimento (es. 500.000 euro) o di numero di posti di lavoro generati.
-Visto per chi effettua una donazione filantropica rilevante in un settore di interesse per l’economia italiana (cultura, turismo, recupero di beni culturali, scienza, ecc).
-Visto, in ottemperanza alle direttive europee, per studenti, dottorandi e ricercatori selezionati dalle istituzioni competenti (università, enti di ricerca).
Semplificazione e miglior utilizzo della normativa esistente
-Tempi certi per il rilascio del nulla osta da parte dello Sportello Unico Immigrazione, introducendo il principio del silenzio-assenso oltre determinati termini.
-Semplificazione e flessibilità nella regolarizzazione del lungo soggiorno (tipologie di visto D, oltre i 90 giorni). Prevedere due opzioni per lo straniero: 1) richiesta del visto prima dell’ingresso in Italia, senza obbligo di successiva richiesta di permesso di soggiorno, eventualmente sostituito da una più semplice “dichiarazione di presenza” presso le Questure; 2) ingresso in esenzione da visto (con visto d’affari o turistico, qualora si tratti di nazionalità soggetta a visto) e regolarizzazione sul territorio, dopo l’ingresso;
-Per attrarre cervelli stranieri e semplificare la vita agli studenti stranieri in Italia: trasformazione da annuale a triennale del Decreto interministeriale che fissa le quote d’ingresso per tirocini e corsi di formazione professionale; abolizione del sistema di quote per gli studenti universitari stranieri, che attualmente prevede l’approvazione di un apposito Decreto flussi; come già previsto dal Decreto Istruzione, allineare la durata del permesso di soggiorno degli studenti stranieri a quella del loro corso di studi o di formazione, anche pluriennale, nel rispetto della disciplina vigente sulle certificazioni degli studi e dei corsi formative e fatta salva la verifica annuale di profitto; concedere un periodo transitorio per lo straniero che termina gli studi in Italia per cercare un lavoro o avviare un’attività (es. da 6 a 12 mesi).
-Per attrarre lavoratori extra-europei altamente qualificati: pronta attuazione della Direttiva UE sulla Blue Card.
-Rafforzamento della capacità di erogare visti, soprattutto turistici: dare piena attuazione all’art.41 bis del Decreto sviluppo 2012 che prevede la ri-assegnazione annuale di parte dei proventi dal rilascio dei visti (c.d. percezioni consolari) al Ministero degli Affari Esteri per il potenziamento dei servizi consolari».