La decisione del giudice sportivo dopo il comportamento dei tifosi durante la partita di domenica con il Napoli. Giovedì avevano fatto le prove generali.
Roma, 13 Dicembre 2012 – Il razzismo siede sugli spalti degli stadi italiani, e continuano a fioccare multe alle squadre di calcio per i cori intonati dai loro tifosi.
È il codice di Giustizia Sportiva a ritenere le società “responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione”, ma anche “per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione”. In serie A sono previste multe da ventimila a cinquantamila euro, con uno sconto solo la società dimostra di essersi attivata per impedire quei comportamenti.
Oggi è toccato all’Inter, per quello che è successo domenica scorsa durante la partita contro il Napoli. Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha comminato alla società di Moratti un’ammenda di diecimila euro perché «i suoi sostenitori si legge nella sentenza – dal 17° del primo tempo e per alcuni minuti, hanno rivolto ai sostenitori della squadra avversaria ingiuriosi cori costituenti espressione di discriminazione territoriale».
I cori? I soliti, da «odio Napoli» a «Vesuvio bruciali tutti», passando per, «Benvenuti in Italia», «Lavatevi» e «Noi non siamo napoletani». Gli insulti sono andati avanti nonostante lo speaker di San Siro abbia ripetutamente richiamato i tifosi, un intervento che è valso probabilmente all’Inter come attenuante, facendole risparmiare qualche migliaia di euro.
I tifosi interisti se l’erano presa con i napoletani anche giovedì scorso, durante una partita di Europa League. La loro squadra si scontrava con il Inter-Neftci, ma è scattata lo stesso una salva di insulti contro i partenopei. Una sorta di prova generale.