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«Bonus bebè? Basta il permesso di soggiorno», il video-appello degli studenti

La legge di Stabilità prevede il contributo solo per chi ha la carta di soggiorno. «Così si va contro la normativa europea» , fanno notare a Renzi sei giovani della facoltà di giurisprudenza di Brescia.

 

 

 

Brescia – 11 dicembre 2014 – Il bonus bebè, 80 euro al mese per tre anni dopo la nascita o l’adozione di un figlio, continua il suo cammino in Parlamento.

Secondo il disegno di legge di Stabilità, già approvato alla Camera e in attesa dell’ok del Senato, contributo spetterà alle famiglie con un Isee inferiore a 25 mila euro. L’importo raddoppierà a 160 euro al mese se l’Isee è sotto i 7mila euro.

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Il bonus, secondo il testo attuale, toccherà anche agli immigrati, ma non a tutti. Potranno infatti usufruirne, oltre agli italiani, solo i cittadini di altri stati dell’Ue e i cittadini extracomunitari titolari di un permesso Ue per lungosoggiornanti, la cosiddetta carta di soggiorno.

Il paletto era stato già giudicato discriminatorio dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione, anche alla luce di una direttiva europea (98/2011) che l’Italia avrebbe dovuto recepire entro lo scorso dicembre. Secondo gli esperti, il bonus andrebbe esteso a tutti gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno che consenta di lavorare.

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Alle stesse conclusioni è arrivato anche un gruppo di studenti di giurisprudenza dell’Università di Brescia, che ha avuto  un’idea originale: lanciare un video-appello al premier Renzi perché si renda conto della “piccola svista” e adatti la legge “ai principi di uguaglianza europei”.  Eccolo:

Dillo a Renzi: bonus bebè

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