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Il raggae di Raphael alla conquista dell’Europa

Raphael Emmanuel Nkereuwem

L’artista italo nigeriano inizia la sua carriera da solista con un tour nel vecchio continente. “È mio figlio che mi ha convinto a vivere di musica”.

 

 

 

 

Roma – 10 gennaio 2014 – Nato a Savona nel 1986 da madre calabrese e padre nigeriano, Raphael Emmanuel Nkereuwem, in arte solo Raphael, è uno dei cantanti raggae più promettenti d’Italia. Oggi, tra un live e l’altro, vive a Genova con la sua campagna di origini indiane e il loro bambino.

Raphael Emmanuel Nkereuwem

Raphael ha salutato il 2013 con la pubblicazione del suo primo disco da solista, “Mind vs Heart”, ma per fare questo è dovuto migrare in Austria dove un’ etichetta discografica di Vienna lo ha prodotto. In questi giorni è in tournèe e porterà il suo groove sui palchi di tutta Europa.

“Mi sono avvicinato alla musica reggae grazie a mio padre, che venne in Italia a studiare per diventare geometra negli anni ’70. Ricordo che aveva una ricca collezione di vinili di tantissimo generi musicali anche country, ma è nel reggae che mi sono identificato di più. E il volto di Bob Marley, nella copertina di uno dei dischi, mi ha sempre affascinato”.

È stato al liceo classico che la mia passione per la musica si è sviluppata ancora di più e nel 2002 con un gruppo di amici abbiamo fondato una band, la Eazy Skankers. Fin da subito abbiamo fatti grandi cose assieme, come un disco in Jamaica e tantissimi concerti nei più importanti palchi della scena reggae italiana. La band ormai ha 11 anni e in molte occasione mi accompagna ancora nei live e abbiamo collaborato assieme anche in “Mind vs Heart”.

Nel 2007 Raphael vola in Jamaica per approfondire la sua passione per la cultura e la musica reggea.

“Fui ospite da un amico, presso la sua famiglia a Kingston, nel ghetto. Ho vissuto la vera Jamaica, lì non c’erano nè palme nè reggae. Conservo un bellissimo ricordo, fu in quell’occasione che con la band registrammo il nostro primo disco nel leggendario studio di Bob Marley. Avrei voluto trascorrervi il resto della mia vita, ma ho deciso di tornare in Italia perché là sopravvivere è molto dura se non sei del posto, dovevo lavorare, non potevo permettermi di vivere solo di musica. Anche qui in Italia ho sempre lavorato parallelamente al mio progetto musicale. Ho fatto qualsiasi tipo di mansione, avevo la necessita di avere un assegno a fine mese.

Raphael Emmanuel Nkereuwem

“Ma quando ho saputo che sarei diventato papà due anni fa, ho deciso di concentrarmi totalmente sulla musica e farne la mia professione. Mio figlio mi ha dato la forza di fare quello che da sempre sognavo e sono felice dei risultati che sto ottenendo. Sto lavorando molto anche perché tra poco diventerò padre per la seconda volta”.

“Anche se in Italia fare il musicista non è facile, non solo per il periodo storico in cui viviamo, che a mio parere sta creando un profondo degrado culturale, sembra che il musicista come categoria professionale non esista. Non veniamo incentivati a produrre cultura e non siamo tutelati. Ho colleghi che fanno il mio stesso mestiere all’estero e lo Stato li sostiene anche economicamente”.

Raphael Emmanuel Nkereuwem

“Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di cantare in inglese, a parte il fatto che è una lingua con cui mi trovo molo bene a comporre e poi ho sempre avuto ambizioni internazionali, fare black music in Italia è molto difficile, infatti sono dovuto andare all’estero per produrmi”.

“Ora lavoro sodo facendo tanti live, grazie a questa nuova finestra sull’Europa, poi farò qualche singolo e collaborazione con altri artisti”.

Samia Oursana

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