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Il caso. Figlia di immigrati? Niente gare di nuoto sincronizzato

Il caso. Figlia di immigrati? Niente gare di nuoto sincronizzato

Bloccato l’esordio agonistico di una piccola nuotatrice nata e cresciuta in Veneto, ma senza cittadinanza. Zaia “Occorre un segnale di civiltà”. La Federazione Italiana Nuoto: «Stiamo cambiando le regole».

 

 

 

Roma – 27 giugno 2013 – Una piccola atleta, figli di tunisini residenti in Italia da dodici anni, è nata dieci anni fa a Campodarsego, in provincia di Padova, ma non è cittadina italiana. Per questo la Federazione di Nuoto ha vietato alla società sportiva Il Gabbiano di farla gareggiare nelle gare federali.

Uno stop arrivato alla soglia del debutto agonistico nella squadra di nuoto sincronizzato. “Purtroppo la legge è questa, non si può far nulla e questo ci dispiace”, spiegano al Il Gabbiano” “La bambina promette bene, è brava. Ma se anche fosse meno brava, sarebbe la stessa cosa, perché i bambini vanno sempre incoraggiati a fare sport”.

Si tratta di una discriminazione dettata dall’ingiustizia della burocrazie e di una legge che ti permette di essere italiano solo al compimento della maggiore età. E ora il caso sta avendo una grande eco a livello locale.

“Ci siamo comportati come dice la legge – spiega il padre a Corriere del Veneto – e abbiamo presentato la domanda di cittadinanza dopo dieci anni di residenza. Abbiamo ottenuto dalla prefettura un codice e ogni tanto controllo su un sito Internet la posizione della mia pratica. C’è scritto sempre che è in corso la verifica. Ma mi hanno detto che devo aspettare due anni prima di poter chiamare e chiedere eventualmente perché non è stata concessa”.

Così la piccola può partecipare come «Esordiente B» solo ai trofei e alle gare regionali e a 11 anni non potrà entrare tra gli agonisti perché non sarà ancora cittadina italiana. “Inutile dirvi come si sia sentita la bambina. Si allena quattro volte a settimana ma non può gareggiare. Lei è tanto triste” aggiunge il genitore.

È intervenuto anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Mi sembra che il caso esprima in tutta la sua concretezza – ha scritto il governatore leghista in una nota – la necessità di aprire un dialogo e una riflessione non sullo ius soli, cui rimango contrario, ma sul diritto di cittadinanza. Serve un segnale di civiltà e di attenzione nei confronti delle aspirazioni di questa giovane e dei tanti bambini che vivono da anni in Veneto, terra dove l’integrazione è concreta, funziona e rappresenta un modello a livello nazionale”.

Federazione Italiana Nuoto: “Stiamo cambiando le regole”
La svolta, comunque, sembra vicina, perché la Federazione Italiana Nuoto, come ha chiarito oggi in una nota, sta finalmente aprendo “al tesseramento di atleti non italiani”.

Sono già stati cambiati lo Statuto e il Regolamento generale, che “al momento – spiega la Fin – è al vaglio del CONI e sta seguendo l’iter procedurale che porterà alla approvazione da parte della Giunta Nazionale”. Intanto è iniziata la revisione anche dei Regolamenti delle singole discipline sportive, che saranno emanati per la stagione 2013/2014” e “ terranno conto delle nuove modalità di partecipazione alle attività federali anche degli atleti non italiani”.

“In particolare – conclude la Federazione Italiana Nuoto – in tutti i settori è prevista e garantita la libera adesione di tutti gli atleti residenti in Italia alle attività giovanili, nonché la modalità di partecipazione alla successiva attività assoluta”.

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