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Prestazioni di invalidità agli immigrati, basta il permesso

Prestazioni di invalidità agli immigrati, basta il permesso

L’Inps recepisce le indicazioni della corte Costituzionale. Inca Cgil: “Finalmente, doveva farlo prima”.

 

 

 

 

Roma – 10 settembre 2013 – D’ora in poi “l’’indennità di accompagnamento, la pensione di inabilità, l’assegno mensile di invalidità e l’indennità mensile di frequenza, dovranno essere concesse a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti, anche se privi di permesso di soggiorno CE di lungo periodo, alla sola condizione che siano titolari del requisito del permesso di soggiorno di almeno un anno di cui all’art. 41 TU immigrazione”.

È il messaggio inviato il 4 di settembre dall’Inps a tutte le sue sedi, dove si sottolinea che, naturalmente, i beneficiari dovranno anche avere tutti gli altri requisiti previsti dalla legge (condizioni sanitarie, residenza in Italia ecc.). In questo modo vengono finalmente recepite le indicazioni della Corte costituzionale, che ha dichiarato più volte l’illegittimità costituzionale dell’art. 80, comma 19, L. n. 388/2000, nella parte in cui subordina la concessione di quelle prestazioni assistenziali al possesso della carta di soggiorno.

“Le pronunce della Corte non potranno trovare applicazione nelle ipotesi di situazioni ormai consolidate per effetto di sentenze passate in giudicato. Pertanto, eventuali domande di riesame potranno essere accolte, nei limiti della prescrizione decennale, e in assenza di giudicato” avverte però l’Inps. .

“Si conclude positivamente questa vicenda cominciata tanti anni fa con tanti ricorsi legali che si sono succeduti sin dal 2006, ancor prima che la questione fosse posta all’esame della Corte Costituzionale” commenta Morena Piccinini, presidente dell’ Inca-Cgil. Il patronato aveva criticato l’Inps per il ritardo nell’adeguarsi alle sentenze della Consulta, ritardo non registrato quando si trattava invece di restituire ai “pensionati d’oro” una tassa che pure i giudici avevano dichiarato incostituzionale.

“Di fronte alla Consulta – dice Piccinini – non ci possono e non ci devono essere figli e figliastri e l’Inps dovrebbe imparare a rispettare, senza tentennamenti, le legittime istanze dei cittadini, indipendentemente dal colore della pelle. Un segno di civiltà che contribuirebbe a far cessare ogni impulso xenofobo facendo crescere una nuova cultura della solidarietà e tolleranza nel rispetto delle diversità”.

Inps. Messaggio n. 13983 del 4 settembre 2013 OGGETTO: Prestazioni di invalidità civile a favore dei cittadini stranieri extracomunitari – art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n° 388. Sentenze Corte Costituzionale.
 

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