Il gruppo Daimler si scopre troppo “tedesco” a livello dirigenziale. Il capo delle risorse umane: “Siamo un gruppo globale, un nuovo dirigente su due sarà straniero”.
Roma – 5 marzo 2013 – È troppo “tedesco” per un mercato globale. A Daimler, gigante dei motori proprietario di marchi come Mercedes-Benz e Smart, con cinquanta stabilimenti sparsi per il mondo, servono più manager “immigrati”.
Lo ha annunciato ieri al quotidiano Die Welt Wilfried Porth, capo delle risorse umane di aimler, che ha avviato un programma per reclutare dirigenti stranieri.
“Finora a livello manageriale il gruppo è ancora molto tedesco. Siamo, però, un gruppo globale, cresciamo molti negli Usa, in Cina o in altri paesi dell’Asia. Abbiamo bisogno di più leader da queste regioni” ha spiegato Porth.
Di qui l’idea di formare e assumere nuovi manager prevedendo “quote riservate” agli stranieri, addirittura il 50 % per le posizioni apicali. L’”obiettivo è far sviluppare personale che viene da America, Cina, India o altri Paesi, per portarlo alle posizioni top anche in Germania”.
Intanto, gli otto membri del consiglio di amministrazione di Daimler sono tutti tedeschi. Porth, però, promette che il processo di internazionalizzazione del gruppo arriverà anche lì.
