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Ius Scholae, le posizioni dei partiti a confronto

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A pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, il tema dei diritti umani rimane una questione calda, nonché fonte di discussione. In particolare, a dividere è ancora una volta lo Ius Scholae, un argomento sul quale i partiti hanno posizioni differenti anche all’interno delle stesse coalizioni. Vediamo quindi di analizzarle.

Ius Scholae, le posizioni dei partiti a confronto

Partiamo dal Partito Democratico: il gruppo capitanato da Enrico Letta propone l’introduzione dello Ius Scholae con l’obiettivo di “superare le ingiustificate discriminazioni che ancora oggi vediamo nelle classi italiane. Chi è figlio di genitori stranieri e studia in Italia diventa cittadino italiano”. Per il PD, quindi, c’è poco da discutere: serve una riforma sulla cittadinanza e lo Ius Scholae è una buona proposta. Sulla stessa lunghezza d’onda si posiziona anche Sinistra Italiana e Verdi che, però, vorrebbero una legge strutturata in modo da comprendere anche lo Ius Soli. “Bisogna restituire piena dignità ai tanti e alle tante cittadine italiane che “da stranieri/e” contribuiscono alla ricchezza del nostro Paese”, hanno infatti sottolineato.

Anche il partito guidato da Emma Bonino ha inserito lo Ius Scholae all’interno del duo programma, e non solo. La richiesta di +Europa è quella di creare una legge “che dia seguito alla Proposta di Legge sullo ‘Ius Scholae’, affinché sia garantito l’ottenimento della cittadinanza italiana ai minori che abbiano intrapreso un percorso scolastico in Italia”. Si è dichiarato a favore inoltre il Movimento 5 Stelle, infatti nel programma del partito di Giuseppe Conte si legge l’approvazione allo Ius Schoale “per riconoscere la cittadinanza al minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso, qualora abbia completato regolarmente uno o più cicli di studi”.

Una menzione specifica la si può trovare anche nel programma di Azione e Italia Viva, nel quale di propone lo “Ius Scholae (acquisizione di cittadinanza) per chi abbia frequentato per almeno 5 anni un percorso di formazione in Italia”. Inoltre, si sottolinea l’intenzione di “concedere la cittadinanza a tutti gli studenti stranieri che hanno svolto e completato gli studi universitari in Italia”.

I partiti che non menzionano lo Ius Scholae

Infine, un partito e una coalizione non menzionano lo Ius Scholae nel loro programma: Impegno Civico di Luigi Di Maio e il Centrodestra. L’ex pentastellato si è sempre dichiarato a favore della riforma, tuttavia non si vede nulla a riguardo tra le proposte. Nonostante questo, in passato Di Maio ha dichiarato: “Una legge di civiltà, va fatta ora. Dobbiamo includere e non rendere invisibili tutti quei bambini e ragazzi che crescono in Italia”.

Per quanto riguarda il centrodestra, Salvini si è sempre detto contrario alla riforma sulla cittadinanza. Per la leader di Fratelli d’Italia, invece, sarebbe necessario che gli studenti stranieri completassero tutti i 10 anni di scuola dell’obbligo. Forza Italia, poi, ha spiegato Tajani, è “favorevole al principio, ma i 5 anni che propone la sinistra non bastano, dev’esserci un percorso di 8 anni con l’esame di terza media”.

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