Tra ostruzionismo e mancanza di fondi, slitta ancora la data per far scegliere agli immigrati i loro rappresentanti in Campidoglio. Il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo: “Dovranno slegarsi dalle comunità di origine e pensare ai problemi di tutta la città”.
Roma – 2 aprile 2014 – A Roma i consiglieri aggiunti, rappresentanti degli immigrati nell’assemblea capitolina, esistono ormai solo sulla carta. E poco conta che sia quella del suo Statuto. I quattro che hanno ricoperto questo ruolo negli ultimi sette anni sono decaduti a dicembre, ma le elezioni dei loro successori sono poco più di un miraggio.
Secondo lo Statuto di Roma Capitale, il consiglio comunale avrebbe dovuto riscrivere entro il 15 settembre scorso il regolamento per le elezioni, in modo da portare gli immigrati alle urne entro la fine del 2013. Ma ad oggi quelregolamento ancora non è stato approvato, nonostante sia all’ordine del giorno da mesi in assemblea capitolina. Diventa così carta straccia anche la promessa, fatta da quella stessa assemblea dopo un gran numero di rinvii, di far svolgere le elezioni questa primavera.
“Sull’approvazione del nuovo regolamento gravano centinaia di Ordini del Giorno ed emendamenti delle opposizioni che non vogliono l’elezione dei Consiglieri Aggiunti. Solo martedì scorso il consigliere Ghera di Fratelli d’Italia ha dichiarato che riteneva uno spreco di soldi pubblici queste elezioni” spiega a Stranieriinitalia.it Fabrizio Panecaldo, consigliere del Pd, coordinatore della maggioranza in Campidoglio e firmatario della proposta di delibera insieme ai consiglieri aggiunti uscenti.
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“Noi – aggiunge – rivendichiamo lanecessità di rappresentanza dei cittadini stranieri e, per ovviare ai costi elevati delle operazioni elettorali, abbiamo presentato una serie di emendamenti necessari per rendere compatibili le spese previste con la scarsità di risorse presenti nelle casse capitoline. Comunque insieme alla consigliera Svetlana Celli, Presidente della commissione Statuto e regolamenti,stiamo lavorando con le opposizione per far ritirare tutti gli atti ostruzionistici”.
Perché Roma ha bisogno dei consiglieri aggiunti?
“I Consiglieri Aggiunti sono fondamentali in quanto rappresentanola più alta rappresentanza degli extracomunitari nelle istituzioni italiane e la Capitale ha espresso su questo terreno un ruolo d’avanguardia”.
Ma se non hanno diritto di voto, a cosa servono?
“Noi auspichiamo quanto prima il diritto di voto per le elezioni amministrative attraverso la ratifica del capitolo C della convenzione di Strasburgo sulla partecipazione alla vita pubblica nella U.E. dei cittadini stranieri. Fino ad allora, occorre che anche chi non può essere rappresentato dica la sua sui problemi della città e dia anche suggerimenti in materia. I Consiglieri Aggiunti, per come li intendiamo noi, devono rappresentare quegli occhi diversi sulla città, capaci di esprimere angolazioni e punti di vista particolari e originali sulle sue problematiche e necessità”.
Va bene la teoria, ma crede che finora, in pratica, i consiglieri aggiunti siano riusciti a svolgere questo ruolo?
“Lo sbaglio dei Consiglieri eletti in precedenza è stato quello di rivolgersi troppo verso le comunità di riferimento, di fatto duplicando il lavoro che dovrebbe svolgere la Consulta. Occorre invece che i prossimi rappresentanti vivano la politica romana affrontando insieme a noi i problemi della città”.
A fine ottobre l’assemblea capitolina aveva fissato come termine ultimo per le elezioni il 15 aprile 2014. Rispettarlo sembra ormai molto difficile
“Lo ritengo impossibile. Dal nostro punto di vista, la data migliore per lo svolgimento sarebbe quella di ottobre prossimo, perché garantirebbe la presenza nella città di tutti i residenti stranieri, così da avere un’alta partecipazione al voto. Queste elezioni devono rappresentare un importante momento di partecipazione alla cosa pubblica per chi non ha voce, un’alta presenza alle urne è fondamentale e deve diventare l’espressione di una spinta reale e sentita verso il voto amministrativo da parte dei cittadini stranieri”.
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Elvio Pasca