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Cibus, il gusto Made in Italy fa il pieno di visitatori

Grande successo per la 17esima edizione del Salone internazionale dell’Alimentazione a Parma. Cellie: “Settore in crescita, non abbiamo competitor”.

 

 

 

12.05.2014 – “Tre giorni a tutto cibo”.….. Questo è stato il motto di CIBUS, 17esima edizione del Salone internazionale dell’Alimentazione a Parma, che ha rappresentato molto più di una semplice Fiera culinaria, dato che è passata dai 2.100 espositori del 2010 alle attuali 2.700 aziende agroalimentari, che hanno esposto ovunque il cibo made in Italy, »il più richiesto al mondo».

Cibus si è confermato una vera e propria calamita per circa 10 mila operatori commerciali (dei 65 mila globali) provenienti da 115 Paesi, 12 mila buyers esterni e 67 mila visitatori. Parole chiave di questa edizione sono state: internazionalizzazione, sostenibilità, lotta agli sprechi, alle contraffazioni innovazione di prodotto e di servizi che hanno accoppiato i più svariati e numerosi eventi culinari e convegni a tema.

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Durante Cibus 2014 le aziende hanno presentato agli addetti ai lavori e al pubblico centinaia di nuovi prodotti, dai bocconcini di culatello alle “perle di caffè”, pensati per conquistare nuove fette di mercato, in Italia come all’estero. Infatti i Paesi «Focus» del Salone sono stati: Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Benelux in Europa; Stati Uniti, Colombia, Canada, Brasile, Giappone e Russia nel resto del mondo; un’attenzione particolare è stata riservata ai Paesi del mercato del Sud Est Asiatico «Asean».

Al di là del profilo commerciale, CIBUS ha ribadito il suo ruolo come laboratorio di analisi, idee e strategie orientato a dare risposta agli interrogativi posti dalla contrazione dei consumi e proporre delle soluzioni per la ripresa; infatti come altri settori anche l’agroalimentare ha risentito della crisi, sia per la produzione interna dove è stato toccato un segno meno nella produzione e consumi sia nell’export che è in aumento ma in calo rispetto agli scorsi anni.

Idea comune approvata durante la fiera è che sicuramente c’è bisogno di un “sistema d’internazionalizzazione” che rendi il Made in Italy una grande vetrina alimentare che rafforzi la nostra immagine all’estero e aumenti l’export per essere piu’ concorrenziali di oggi.

Per questo motivo è stata fondamentale la presenza di molte società di consulenza a supporto delle Aziende italiane produttrici nei settori agroalimentare e turismo agroalimentare, come la “Trinit International”, di cui Expreso Latino è stato Media Partner, che con più di dieci anni di esperienza nel mercato domestico ed europeo ha contribuito a fare da intermediario tra le varie P.M.I. ed i Buyers internazionali presenti alla Fiera.

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Proprio il ruolo dei Buyers esterni è fondamentale oggi per poter attirare nuovi capitali dall’estero in modo tale da creare sinergie o joint venture con le piccole medie imprese italiane per uscire dalla crisi; la delegazione estera della «Trinit» era composta da buyers provenienti da: Russia, Svezia, Biellorussia, Francia, Colombia, Malta, Irlanda, Inghilterra, Bulgaria, Romania, Rep.Ceca, Polonia, Turchia, Libano, Emirati Arabi, Tunisia, Spagna, Francia, Belgio, Pr.Montecarlo, Germania, Austria, Olanda, Danimarca, Svizzera, Slovacchia.

In questi anni di attività e di meritati riconoscimenti, ha sostenuto ed aiutato oltre 4.000 Ditte Italiane e circa 300 buyers si sono avvicendati nel corso degli eventi che ha promosso, apprezzandone le concrete opportunità commerciali loro offerte.

Inoltre, sempre a favore delle P.M.I. italiane e per la tutela del «made in Italy agroalimentare», tutte le fasi elaborate dalla Trinit sono propedeutiche al processo di internazionalizzazione, e prima di essere attuate sono studiate da un qualificato team di esperti che offrono la più ampia garanzia di professionalità per ogni realtà e/o esigenza operativa della P.M.I.

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Un esempio, tra le molteplici iniziative, è l’avvio del nuovo network denominato Accademia Mediterranea delle Tradizione Agroalimentari «AMTA» che nasce con l’intento di aggregare le più tipiche e rappresentative realtà produttive dell’enogastronomia italiana, estrapolate da esperti ricercatori, percorrendo i sentieri della nostra archeologia enogastronomica: dunque un vero e proprio impegno morale ed una opportunità, per salvaguardare e tramandare i valori e le tradizioni della nostra cultura alimentare, che tutt’ora vive grazie all’opera di quegli artigiani che hanno fatto del loro mestiere un’arte ed una missione.

Grazie all’operato di questa società e di molte altre presenti alla Fiera “Cibus”, si spera che il mondo imprenditoriale agroalimentare e quello dei buyer internazionali si avvicinino sempre di più, creando in questo modo sinergie e coesioni che portino al risanamento della situazione di crisi che ha colpito inesorabilmente anche il settore agroalimentare.

Il successo di eventi come questa indimenticabile Fiera sosterranno ed aiuteranno sempre più il Made in Italy e creeranno le condizioni necessarie per innovare e far crescere sotto ogni punto di vista l’economia Italiana ed estera.

Cristina Zambrano León

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