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Violenza al Flaminio, peruviano in fin di vita a Roma

L’aggressore, arrestato, sarebbe in contatto con la banda di sudamericani del «Diablo».

 

 

 

 

 

ROMA, 11 Aprile 2013  – A trovarlo, all’alba di domenica scorsa, era stato un passante che portava a spasso il cane nei giardini di piazza Mancini, al Flaminio. Jorge Gustavo Rivera Torres, peruviano di 41 anni, giaceva a terra con il cranio fracassato. Da allora non ha più ripreso conoscenza ed è in coma. Vittima di un regolamento di conti nelle comitive di sudamericani che da anni si riuniscono proprio in quella piazza dove in passato non sono mancate aggressioni, anche a coltellate, per la supremazia di un gruppo sull’altro. Una situazione a rischio denunciata più volte dagli abitanti.

Questa volta a colpire con pugni e calci è stato un salvadoregno di 26 anni, Josè Cain Rivera Castro, arrestato dalla polizia alla stazione Termini. A dicembre lo stesso ragazzo finì al Gemelli con una ferita da taglio rimediata in una rissa sempre a piazza Mancini. Castro è stato arrestato per tentato omicidio e rapina. Secondo gli investigatori del commissariato Villa Glori stava per salire su un treno per Genova dove forse avrebbe chiesto aiuto e rifugio ad alcuni conoscenti. E lo stesso aggressore avrebbe confidato di essere in contatto con i componenti della banda del «Diablo», la gang sudamericana attiva sia nel capoluogo ligure sia a Milano.
La polizia esclude tuttavia che dietro al pestaggio del peruviano ci possa essere l’ombra delle bande di «latinos» e che queste ultime siano interessate a espandere i loro interessi illeciti anche nella Capitale. L’aggressione a Torres, secondo gli investigatori, sarebbe invece collegata a precedenti screzi fra i due protagonisti della vicenda. Forse si è trattato di una vendetta: complice l’abuso di alcol il ventenne avrebbe aggredito il rivale, «protetto» da un amico che poi si era allontanato poco prima dell’alba.

Violenza in strada anche a Torre Spaccata, dove due 16enni romani sono stati arrestati dai carabinieri per aver picchiato, rapinato e sequestrato per un’ora un 12enne romeno, ricoverato in ospedale con 30 giorni di prognosi. I militari della compagnia Casilina hanno ricostruito la vicenda dopo la denuncia del padre del ragazzino che, terrorizzato, non voleva raccontare quello che aveva subìto. Da qualche tempo il dodicenne – che si è trasferito in periferia da un anno con la famiglia – veniva preso di mira dai bulli che il primo marzo scorso lo hanno portato in un parco vicino casa prendendolo a pugni e togliendogli il telefonino. Gli aggressori sono stati identificati dalle foto su Facebook dove erano state postate minacce al ragazzo: «Quando esce dall’ospedale gli spezziamo le gambe». 

CorrieredellaSera

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