In manette una donna ecuadoriana che colpiva durante i giorni del mercato sui mezzi che passavano in centro. Aveva oltre trenta fotosegnalazione con 14 alias diversi. Denunciata una sua complice.
13 Marzo 2013 – I borseggi negli ultimi mesi del 2012 incrementati in modo esponenziale. In questura una pioggia di denunce di donne che si sono viste sfilare delle loro borse averi e portafogli. Tutto opera – secondo la ricostruzione della Mobile – di una «borseggiatrice seriale», come la definiscono gli investigatori. Lei è Maria Alicia Catota Escobar, 47enne ecuadoriana, che sarebbe responsabile, insieme a una complice, dei numerosi borseggi, per lo più avvenuti a bordo di autobus nei giorni dei mercati della Ghiaia e di via Verdi (mercoledì e sabato). La 47enne, che ha 36 foto segnalazioni e 14 differenti identità, con numerosi precedenti per furti e rapine, è stata arresta proprio in occasione della Festa della donna lo scorso otto marzo, rintracciata dalla Mobile di Bologna nel capoluogo.
La tecnica di Maria Alicia e della complice – Mirian Lucia Catota Escobar (50enne ecuadoriana), una parente – era piuttosto semplice. Le donne, a bordo del bus, fingevano di cadere e approfittando del trambusto, alleggerivano le borse delle malcapitate vittime. A incastrare Maria Alicia una serie di prelievi bancomat, avvenuti proprio a seguito dei borseggi, il 17 ottobre e sette novembre 2012 e ancora lo scorso nove gennaio. Sulle immagini delle telecamere proprio il suo volto, registrato anche sul sistema video della stazione, proprio a gennaio in occasione del suo arrivo a Parma con un treno da Bologna.
Riprese che si sono rivelate fondamentali e che hanno permesso di fermare la donna e la complice lo scorso 12 gennaio. L’ecuadoriana viene riconosciuta in stazione da una pattuglia della sezione Antirapine, arrivata a bordo di un treno proveniente questa volta da Ancona. E’ un mercoledì, giorno di mercato. Con lei anche la complice. Con discrezione gli agenti le tengono d’occhio, mentre le due donne, ignare di essere pedinate, si recano al mercato in via Verdi. Le due donne non fanno mistero delle loro intenzioni: più che le bancarelle guardano le borsette delle signore anziane. Quindi passano vicino a una a un banco con capi di abbigliamento, fermandosi per alcuni minuti.
Il pedinamento continua. La polizia segue le donne a bordo di un autobus, preso in via Mazzini e diretto in via Gramsci. A bordo del mezzo la coppia si accorge di essere tenuta d’occhio e alla fermata di piazzale Santa Croce scende, tentando la fuga, ma sono bloccate in via Riva. In questura, durante i controlli di rito, nella borsetta di Miriam Lucia, viene trovato un maglioncino per bambino, ancora con l’etichetta attaccata, presumibilmente rubato da uno dei banchi del mercato in via Verdi. Entrambe sono denunciate per furto.
Ma non è che l’inizio. La foto di Alicia Maria viene messa a confronto con le immagini del bancomat. Gli investigatori non hanno dubbi: si tratta della stessa persona. Anche le vittime dei vari borseggi confermano l’identità della donna. Così la 47enne viene indagata dalla Procura per tutti i furti. Emerge una lunga sequela di precedenti, con denunce, condanne, arresti. I reati rapina, numerosi furti, possesso ingiustificato di valori, false dichiarazioni sull’identità personale, inottemperanza ai provvedimenti dell’autorità, reati sull’immigrazione clandestina e resistenza a pubblico ufficiale. Un lungo curriculum cui si associano ben 36 fotosegnalazioni e la bellezza di 14 differenti identità diverse fornite da Maria Alicia. Falso risulta anche l’indirizzo bolognese che ha comunicato alla questura durante il fermo del 12 gennaio.
Alla luce della situazione il gip Maria Cristina Sarli il 19 febbraio conferma l’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pm Giuseppe Amara. Ma Maria Lucia non si trova. L’indirizzo bolognese che ha comunicato è inesistente. La Mobile di Bologna, allertata dai colleghi di Parma, alla fine la rintraccia l’otto marzo, arrestandola. Ora è in carcere a Bologna. Dalla questura fanno notare come i borseggi, dopo la denuncia del 12 gennaio, siano sensibilmente scesi.