I carabinieri arrestano sedici immigrati. Sostituivano chi doveva superare la prova per la carta di soggiorno. «Chiedevano fino a 500 euro».
Verona – 13 settembre 2013 – Cinque anni di residenza regolare in Italia e un reddito adeguato non bastano per mettersi in tasca la carta di soggiorno. L’ultimo ostacolo da superare è una prova di italiano.
Niente di impossibile, il livello di conoscenza della lingua richiesto è poco più che basilare. Ma molti immigrati temono quella prova, che testa la loro capacità di comprendere una conversazione o un testo e di scrivere poche righe.
A quanto pare c’è chi la teme al punto da essere disposto a pagare qualcuno che la sostenga, illegalmente, al posto suo, anche falsificando documenti di identità. Se ne sono accorti i carabinieri della Compagnia di Peschiera del Garda (Verona), che in diverse operazioni hanno arrestato sedici cittadini stranieri di origine ghanese, cinese, nigeriana e pachistana.
Per smascherare la truffa, i militari si sono finti esaminatori. E si sono così trovati di fronte un ventenne ghanese con il documento di identità di una persona di 39 anni, quella che in realtà avrebbe dovuto sostenere l’esame. A quanto pare le tariffe per la sostituzione variavano tra i 300 e i 500 euro.
Ora il sospetto è che il trucco non sia confinato a Verona e dintorni. Tra gli arrestati ci sono anche immigrati residenti in Emilia-Romagna, e i meccanismo è comunque replicabile in tutta Italia.