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Cani imbottiti di cocaina, a processo 49 latinos

Cani imbottiti di cocaina, a processo 49 latinos

I giovani sudamericani sono finiti alla sbarra nell’ambito del procedimento che, lo scorso marzo, ha portato agli arresti 75 persone, tra cui molti minorenni, disvelando, tra l’altro, anche un traffico di cocaina portata in Italia dal Messico utilizzando cani imbottiti di ovuli.

 

 

Milano, 22 luglio 2013 – Quarantanove giovani sudamericani, tra i 19 e i 37 anni, sono finiti ‘alla sbarra’ nell’ambito del procedimento che, lo scorso marzo, ha portato agli arresti 75 persone, tra cui molti minorenni, disvelando, tra l’altro, anche un traffico di cocaina portata in Italia dal Messico utilizzando cani imbottiti di ovuli. Il gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo, accogliendo la richiesta del pm Adriano Scudieri, ha disposto il processo con rito immediato.

Nell’ambito delle indagini sulle ‘pandillas’ (bande di giovani sudamericani) gli investigatori avevano accertato anche una vera e propria strage di cani (48 morti): in Messico, infatti, un veterinario compiacente piazzava gli ovuli di cocaina purissima tra gli organi degli animali, che una volta arrivati a destinazione venivano uccisi e smembrati per recuperare la sostanza. Lo scorso 19 marzo, erano stati arrestati 57 maggiorenni e 18 minorenni.

In particolare, come emerge dal decreto del gip, l’accusa di traffico di stupefacenti viene contestata a 9 giovani e riguarda «una quantita’ complessiva» di 1,5 chili di cocaina. La droga veniva introdotta, come scrive il giudice, «da canali messicani» e arrivava all’aeroporto di Milano Linate «all’interno di cani di grossa taglia, per poi trasportarla a Livorno e, quindi, nuovamente a Milano». Nel provvedimento del giudice vengono anche individuati quattro gruppi di ‘pandillas’: i ‘Trebol’, i ‘Neta’, i ‘Latin King Luzbel’ e i ‘Latin King Chicago’.

I giovani componenti delle bande, ecuadoriani, peruviani, salvadoregni, devono rispondere di associazione per delinquere. I ‘Trebol’, ad esempio, come spiega il gip, erano soliti girare armati nelle «pubbliche vie della citta’ di Milano» e sottoponevano chi disobbediva alla regole interne della banda a «punizioni corporali e violenze morali». Tra i reati contestati a vario titolo, oltre a rapine, minacce, risse e lesioni, ci sono anche una serie di omicidi. Il 30 settembre del 2011, ad esempio, un giovane sudamericano venne ucciso a colpi «di cocci di bottaglia alla testa» e a coltellate. Movente: la «rivalita’ tra pandillas». Il processo e’ stato fissato per il 9 ottobre davanti all’undicesima sezione penale.
Nel frattempo, alcuni degli imputati potrebbero chiedere il rito abbreviato.

Quotidiano

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