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Ariel Castro il mostro di Cleveland alla sbarra, «aveva allestito una camera delle torture» Foto Video

Ariel Castro il mostro di Cleveland alla sbarra, "aveva allestito una camera delle torture" Foto Video

Avrebbe confessato almeno alcuni dei delitti dei quali è accusato Ariel Castro, il 52enne ex conducente di scuolabus di origini portoricane in carcere da lunedì per il sequestro decennale di tre giovani donne a Cleveland. Lo ha riferito il network televisivo ‘Cnn’, citando fonti investigative riservate, malgrado nella sua prima apparizione in aula davanti al magistrato, che ha fissato in 8 milioni di dollari la cauzione per la liberta’ provvisoria, l’uomo non abbia aperto bocca. Interpellato al riguardo il procuratore Timothy McGinty, cui sara’ affidato il caso, si e’ rifiutato di rilasciare dichiarazioni, senza confermare ne’ smentire l’indiscrezione.

 

 

Ariel Castro il mostro di Cleveland alla sbarra, "aveva allestito una camera delle torture" Foto Video

10 Maggio 2013 – Emergono particolari agghiaccianti sulla prigionia delle ragazze: «Aveva allestito una camera delle torture»: «Cerchero’ di ottenere la pena di morte contro Ariel Castro per il rapimento e per aver provocato diverse interruzioni di gravidanze» alle ragazze. Lo ha affermato il procuratore della contea di Cuyahoga Timothy McGinty incaricato della pubblica accusa contro l’aguzzino di Cleveland in una conferenza stampa.

«La pena capitale – ha spiegato il procuratore – deve essere riservata a quei crimini che sono veramente gli esempi della peggiore condotta umana. La realta’ e che abbiamo ancora tra di noi criminali brutali che non ha rispetto per la legge o per l vita umana e la legge dell’Ohio prevede la pena di morte per coloro che commettono crimini aggravati durante un rapimento». Il riferimento e’ soprattutto alle prove di maltrattamento delle ragazze e alle gravidanze interrotte a causa di malnutrizione. Per il momento Castro e’ stato incriminato di sette reati: quattro reati di sequestro e tre di stupro. Il 52enne non ha fatto alcuna dichiarazione nell’interrogatorio di oggi e si e’ limitato a rimanere in piedi mentre la corte stabiliva una cauzione di due milioni di dollari (1 milione e mezzo di euro circa) per ciascuna delle vittime: le tre donne e il bambino nato nel corso della loro prigionia.

«Sono un predatore sessuale, bisognoso di aiuto»: cosi’ si autodefiniva Ariel Castro, l’aguzzino delle tre giovani donne, tenute ostaggio per dieci anni della casa degli orrori di Seymour Avenue, secondo le ultime rivelazione dei media locali. Alla tv locale WOIO il reporter investigativo Scott Taylor ha riportato il contenuto di una nota trovata nella casa di Castro. «Sono un predatore sessuale e ho bisogno di aiuto». E cosi’ prosegue la nota: «loro sono qui contro la propria volonta’ perche’ hanno accettato il passaggio di uno sconosciuto. Non so perche’ vado ancora a caccia di altro, ne ho gia’ due in mio possesso».

In un’altra nota, a detta del giornalista, Castro avrebbe espresso la volonta’ di suicidarsi e lasciare tutto il suo denaro alle tre vittime. Il capo della polizia di Cleveland, Ed Tomba, ha confermato l’esistenza di «una nota sul suicido» durante la conferenza stampa con le tv locali. «C’e’ un’altra parte di prove che abbiamo trovato di cui non posso parlare – ha aggiunto il capo della polizia – sono stati rinvenute oltre 200 elementi dalla casa di Seymour Avenue. Tutte queste saranno agli atti del processo».

Le ultime tracce conosciute di Ashley conducono alla stessa zona dove a suo tempo si persero quelle delle altre tre. Tutte e quattro, inoltre, in origine risiedevano nella parte occidentale di Cleveland, e gli inquirenti ipotizzano che tra le vicende possa esservi piu’ di un collegamento. Gia’ nel 2009 lo stesso Fbi escluse che Ashley si fosse allontanata da casa di propria volonta’. Una settimana dopo la scomparsa dell’adolescente, la famiglia ricevette una misteriosa telefonata in cui si alludeva a lei. La nonna e’ inoltre convinta di averla scorta, nel novembre dello stesso anno, a bordo di un’auto in transito: l’avrebbe riconosciuta malgrado avesse i capelli tinti. Al network televisivo ‘Cnn’ la zia di Ashley, Debra Summers, ha dichiarato che tutti i congiunti continuano a sperare in un «miracolo», nonostante la delusione per il fatto che non sia stata trovata subito viva, insieme alle altre giovani. Il padrone dell’abitazione dove queste ultime sono rimaste segregate fino all’altroieri, il 52enne Ariel Castro, e’ stato arrestato insieme ai due fratelli, Pedro e Onil, sospettati di complicita’. Conclusi gli interrogatori, i tre uomini in giornata dovrebbero essere formalmente messi sotto accusa, ma la complessita’ del caso potrebbe prolungare le indagini, e far ritardare l’avvio del processo.

E’ ARIEL CASTRO IL PADRE DELLA BIMBA, CONFERMA DA DNA – L’esito del test del Dna ha confermato che e’ Ariel Castro il padre della bimba di 6 anni, figlia di Amanda Berry, la 27enne rinchiusa per 10 anni insieme ad altre due ragazze, ritrovata nella casa di Seymour Avenue a Cleveland. Il Procuratore Generale dell’Ohi, Mike DeWine, ha oggi confermato alla luce dei risultati del test del Dna la paternita’ di Ariel Castro. Il 52 enne portoricano e’ stato incriminato per sequestro di persona e stupro ed e’ stata richiesta dal giudice una cauzione di 8 milioni di dollari, due per ogni capo di accusa. La pubblica accusa chiedera’ per Castro la pena di morte, come e’ previsto dalla legge dell’Ohio, che prevede «l’esecuzione capitale per i criminali piu’ depravati che commettono omicidio aggravato nel corso di un rapimento».

CLEVELAND: RILASCIATI FRATELLI ARIEL CASTRO, Pedro e Onil Castro – i due fratelli di Ariel, l’uomo accusato di rapimento e stupro nella vicenda della segregazione per 10 anni di tre ragazze a Cleveland- sono stati scarcerati. Lo ha riferito la polizia della citta’ dell’Ohio. I due, che non erano stati incriminati, si trovano adesso in una localita’ sconosciuta ai media, ha riferito Huffington Post. Erano stati arrestati lunedi’ scorso insieme all’ex autista di scuolabus, ma la polizia di Cleveland aveva successivamente spiegato di «non aver trovato alcun elemento per concludere che (Onil e Pedro Castro) siano coinvolti o sapessero alcunche'» delle donne tenute prigioniere dal fratello Ariel. Il procuratore della contea di Cuyahoga Timothy McGinty, incaricato della pubblica accusa, chiedera’ la pena di morte per Ariel Castro nel processo in cui, finora, questi e’ l’unico imputato. Per lui, inoltre, e’ stata stabilita una cauzione complessiva di 8 milioni di dollari.

Libero

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Testo Video canzone Vivir Mi Vida – Marc Anthony

Ariel Castro el monstruo de Cleveland confesó haber creado un cuarto de la tortura Foto Video