Nell’album d’esordio della cantante romana tra bass music, grime e influenze afro, un messaggio alle seconde generazioni “usciamo dal vittimismo e valorizziamo le nostre origini”.
Roma – 23 aprile 2014 – Lei è Karima e il suo album d’esordio 2G è la sintesi del suo percorso introspettivo alla riscoperta delle proprie radici. “Al richiamo delle mie origini, ho risposto in musica”.
Nata a Roma da genitori liberiani nel 1980, Karima, all’anagrafe Anna Maria Gehnyei, è un artista a tutto tondo. Ballerina, cantante, autrice dei suoi testi e basi musicale è anche fondatrice dell’etichetta discografica Soupu Music.
“La danza e il canto hanno sempre fatto parte della mia vita, sin da quando ero piccola. Già a diciotto anni ho avuto l’opportunità di girare l’Italia in qualità di ballerina e in quel periodo ho scoperto quasi per caso le mie doti vocali. Per molti anni sono stata “Miss Annie” nelle vesti di vocalist. Ho lavorato per importanti discoteche italiane accompagnando Dj di fama nazionale e internazionale, fino a diventare una delle voci ufficiali di radio M2O, nella quale collaboro tutt’ora».
«Ma ad un certo punto del mio percorso come vocalist sentivo l’esigenza di appartenere ad un altro contesto, non mi riconoscevo più in quella situazione. Sentivo il richiamo delle mie radici. E non potevo ignorare quel richiamo, dovevo ascoltarlo e trovare delle riposte”.
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“Mi sono concessa due anni di profonda ricerca interiore in cui ho avuto modo di reinterpretare il mondo che mi circondava con uno sguardo più critico e consapevole, ma in questo percorso la musica è sempre stata una componente fondamentale”.
“Ho voluto accompagnare quel percorso alla ricerca musicale, cercando di trovare una sintesi tra i ritmi africani con quelli occidentali. Così mi misi alla ricerca di un produttore che mi potesse aiutare a realizzare il mio progetto musicale. Incontrai Cukiman che oltre ad essere il mio attuale produttore, è anche colui che ha fondato con me la Soupu Music. Un’etichetta discografica, ma prima ancora un progetto musicale che si pone l’obiettivo di stimolare i musicisti di origine straniera ad essere autentici e non strumentalizzati dal sistema mass media e major. Dal 2010 ad oggi rappresentiamo circa venti artisti, non solo italiani, ma anche africani e europei”.
Oggi Karima esordisce come solista con il suo album 2G. Le sue tracce sono una fusione di cultura, musica e lingue. Bass music, grime (il rap delle periferie inglesi) e influenze afro. Sono questi i ritmi alla base dei suoi testi in pidgin english che Karima stessa ha curato nei minimi dettagli.
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“In 2G c’è tutto il mio percorso, c’è consapevolezza e in particolare un messaggio alle seconde generazioni: quello di uscire dal vittimismo. In una strofa di un brano dico: “Non dare la colpa al colore della tua pelle”. Per troppo tempo abbiamo vissuto il retaggio del colonialismo e la persone si sono sentite legittimate ad insultare, ma ora è tempo di mettere fine al vittimismo, di reagire pacificamente e di sentirsi cittadini”.
Nei suoi brani c’è politica, cultura, identità e rivendicazione, ma soprattutto c’è un appello: “Io sono convinta che la seconda generazione ce la può fare, può riuscire a raggiungere importanti risultati qui, ma senza rinnegare le proprie origini, perché queste sono il pilastro del loro successo. E anche non sono ancora cittadina di questo Paese per legge, oggi mi definisco una cantante italiana con discendenza africana”.
Samia Oursana
Italiani+
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