Il ministero dei Beni Culturali elimina una norma che costringeva i bimbi “stranieri” a pagare il biglietto, al contrario dei figli degli italiani. Bray: “Era indegna, e contraria alla convenzione per i diritti del Fanciullo”.
Roma – 29 maggio 2013 – Un piccola, buona notizia. D’ora in poi, almeno al botteghino dei nostri musei, i figli degli immigrati saranno uguali ai figli degli italiani. E potranno scoprire gratuitamente i tesori dell’arte e la storia del loro Paese.
Tre anni fa raccontammo il caso di tre bimbi di una scuola media di Vicenza, in gita a Firenze con i loro compagni, che però, al contrario di quegli stessi compagni, avevano dovuto pagare per entrare agli Uffizi. Sui loro documenti, infatti, c’era scritto che erano serbi, come i loro genitori. E il regolamento degli Uffizi (come quello del museo Egizio di Torino, della Reggia di Caserta e di tutti gli altri musei italiani) prevede l’ingresso gratuito solo per i bimbi italiani o comunitari.
Merito di un decreto ministeriale che equipara agli italiani i bimbi romeni, polacchi o comunque cittadini dell’Ue, dimenticandosi però dei minori extracomunitari, che fino a oggi hanno dovuto pagare il biglietto. Una gabella che non ha colpito solo i figli dei turisti i visita al Belpaese, ma anche ragazzini cresciuti e magari anche nati in Italia, cioè le cosidette seconde generazioni che la legge si ostina a considerare “stranieri”.
Nel resto d’Europa non è così. Al Louvre di Parigi, al Prado di Madrid o al Van Gogh Museum di Amsterdam i minori non pagano. Indipendentemente dalla loro nazionalità. E finalmente anche l’Italia sceglie questa linea.
“Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Massimo Bray, ha deciso di consentire l’accesso gratuito ai luoghi della cultura sul territorio nazionale anche ai minori extracomunitari” spiega oggi un comunicato del ministero, ricordando che “la limitazione ai soli minori comunitari dell’ingresso gratuito, secondo il vigente decreto ministeriale n.507 del 1997, ha portato sempre più spesso al verificarsi di spiacevoli e imbarazzanti situazioni”.
Situazioni che Bray definisce “non degne di un Paese che guarda all’integrazione tra i popoli e vede nel suo patrimonio culturale una delle principali risorse”. Quella norma “contrasta inoltre con i principi della Convenzione sui diritti del fanciullo ratificata a New York il 20 novembre 1989”.
Bisognerà cambiare la legge? Probabilmente sì, ma “in attesa di un adeguamento normativo coerente con l’ordinamento e con gli obblighi internazionali, il Ministro ha dato disposizione a tutti gli uffici di recepire immediatamente queste valutazioni, consentendo così l’entrata gratuita nei musei statali anche ai minori extracomunitari”.