Nel popolare quartiere romano si sono incontrati piccoli talenti, suoni e strumenti del mondo. Sabato 18 maggio il debutto.
Roma – 17 maggio 2013 – La Piccola Orchestra di Tor Pignattara è un’ orchestra formata da ragazzi, figli di immigrati e romani, tra i 12 e i 16 anni che vivono nel quartiere popolare di Tor Pignattara, un simbolo della multiculturalità romana.
Il progetto è stato ideato e diretto da Domenico Coduto per “Musica e altre cose”, realizzato con il contributo della Fondazione Nando Peretti e in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del VI Municipio. Sabato 18 maggio alle 20.30, al Centrale Preneste Teatro questi giovani talenti si esibiranno per la prima volta.
La Piccola Orchestra di Tor Pignattara suona strumenti di ogni parte del mondo e accoglie musiche di ogni angolo del pianeta. È concepita come un laboratorio ed è, per sua natura, in continua evoluzione; al momento è costituito da piccoli grandi musicisti con famiglie dalle origini più disparate: Italia, Egitto, Senegal, Eritrea, Nigeria, Cuba, Argentina, Perù, Bangladesh.
La direzione musicale del progetto è affidata a Livio Minafra, giovane musicista pugliese più volte premiato con il Top Jazz e particolarmente sensibile alle musiche del mondo e ai progetti rivolti ai minori, e a Pino Pecorelli, musicista con una grande esperienza in campo multietnico, tra i fondatori dell’Orchestra di Piazza Vittorio e direttore musicale di Todos orchestra multietnica portoghese.
Al progetto ha collaborato anche Amir Issaa, rapper tra i più conosciuti sulla scena nazionale cresciuto a Tor Pignattara, figlio di un egiziano e di un’italiana. Tra i primi artisti di “seconda generazione”, impegnato in prima persona sul tema del diritto di cittadinanza, ha partecipato alla stesura di uno dei testi dei brani della Piccola Orchestra.
I ragazzi che hanno preso parte al progetto, avviato ad ottobre 2012, hanno avuto la possibilità di partecipare agli incontri settimanali concepiti come laboratorio di composizione e improvvisazione in cui ognuno ha potuto portare all’interno dell’orchestra le proprie esperienze, il proprio patrimonio sonoro, i propri gusti personali e i desideri condividendoli e mettendo a fuoco le proprie capacità musicali.
Il lavoro fatto di continue sperimentazioni in cui l’hip hop dialoga con le tablas indiane e dove una tradizione di Cuba si intreccia con la darabouka o il djembè, ha dato origine ad un disco, suonato interamente dai piccoli musicisti,composto da brani delle tradizioni dei vari paesi di provenienza dei ragazzi e ri-arrangiati per l’orchestra. I brani contenuti nel disco saranno proposti nel concerto di sabato 18 maggio.