È tra le “prime norme sui diritti”, uno degli otto punti «irrinunciabili» illustrati stamattina alla Direzione Nazionale del PD sui quali il segretario vuole chiedere la fiducia al Parlamento. Il principio guida sarebbe lo “ius soli temperato”.
Roma – 6 marzo 2013 – Pier Luigi Bersani conferma. La riforma della cittadinanza dedicata alle seconde generazioni è nel programma sul quale chiederà la fiducia del Parlamento se verrà chiamato a formare un governo.
Dopo le anticipazioni di domenica sera, il segretario del Partito Democratico l’ha ripetuto stamattina, esponendo davanti alla Direzione Nazionale del partito gli “otto punti per un governo di cambiamento” che vuole proporre al Parlamento, cercando di incassare anche i voti, decisivi, del Movimento 5 Stelle (“se ha scelto una via parlamentare – ha sottolineato – deve dire cosa vuol fare dei suoi otto milioni di voti per l’Italia).
Tra i punti “irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo” elencati da Bersani, ci sono anche “prime norme sui diritti”. Che prevedono innanzitutto “norme sull’acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per i minori cresciuti in Italia”.
“Siamo pronti da domani – ha aggiunto il segretario – ad aprire un confronto, pubblicheremo in rete l’elenco dei punti e poi testi normativi e documenti di dettaglio da mettere in consultazione”. Si tratta infatti di una “proposta aperta capace di raccogliere contributi liberi e in piena trasparenza”.
Nel programma sull’immigrazione presentato dal PD prima delle elezioni, la riforma era basata sul principio dello “ius soli temperato”. Sarebbero subito italiani i nati in Italia da genitori regolarmente residenti da almeno cinque anni, gli altri potrebbero diventarlo al termine delle scuole elementari. Una scelta affidata ai genitori, ma è prevista anche una conferma del giovane al compimento dei 18 anni.
